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    45 fotografie di Giovanni Chiaramonte in mostra ad Astino

    A partire dal 10 giugno, arriva l'esposizione che presenta di 45 fotografie, molte delle quali inedite, di uno dei più grandi maestri italiani

    Fondazione MIA presenta ad Astino la mostra dedicata all’opera di Giovanni Chiaramonte tra i maestri viventi della fotografia italiana, che come pochi altri ha contribuito alla ridefinizione poetico-concettuale dell’immagine del paesaggio contemporaneo. L’esposizione propone 45 fotografie, molte delle quali mai esposte né pubblicate, che ripercorre oltre due decenni – dal 1980 ai primi anni del 2000 – di ricerca intorno ai diversi modi di percepire il paesaggio e la veduta urbana, da sempre al centro della fotografia e della riflessione teorica di Chiaramonte. La mostra si configura dunque come occasione di rilettura e sistematizzazione di una fase di lavoro centrale nella biografia artistica del fotografo. In questa esplorazione (suddivisa in tre capitoli: Italia, Europe, Americas), il nostro Paese è il punto d’osservazione privilegiato: il suo territorio, che si presenta come una stratificazione di culture e civiltà, racconta la storia dell’intero occidente. Il paesaggio italiano diviene la matrice per leggere e comprendere l’intero Occidente, la sua cultura e il suo destino; è la lente attraverso la quale Chiaramonte mostra i tanti luoghi che esplora.
    Tra le vestigia del Vecchio Continente, l’autore cerca l’origine della nostra civiltà, compiendo un vero e proprio pellegrinaggio dalla memoria di Atene e Roma attraverso Berlino fino al Bosforo e a Gerusalemme, tappa carica di significato nel suo viaggio in profondità nella storia.

    Nelle fotografie dedicate al paesaggio americano, gli Stati Uniti e l’America Centrale, Chiaramonte rintraccia ancora una volta il cammino dell’Occidente, le ragioni per costruire una nuova città europea, secondo una visione dell’uomo corrispondente al suo destino di libertà e felicità. Per Chiaramonte non esiste più un punto di vista preordinato per osservare il paesaggio; quest’ultimo diventa luogo suscettibile di differenti rappresentazioni che seguono le dinamiche dell’esperienza individuale. Le immagini s’illuminano al loro interno e prendono luce e colore a partire dalla linea dell’infinito che l’obiettivo del fotografo costantemente mette a fuoco. È questo il “realismo infinito” del titolo e di cui parla lo stesso autore offrendoci una chiave di lettura fondamentale del proprio immaginario visivo.

    In occasione della mostra è stato realizzato il volume edito in due versioni, italiano e inglese, pubblicato da ELECTA e riunisce 100 immagini. Con testi di Corrado Benigni e Teju Cole.

    Alessandro Curti
    Nato a Milano nel 1991, giornalista appassionato di arte contemporanea e di fotografia in tutte le sue espressioni. Socio di STILL Fotografia, con sede a Milano in via Zamenhof 11. Docente in Storia della Fotografia all’interno del corso di Fashion Design allo IED di Milano. Gia collaboratore e redattore per le riviste mensili IL FOTOGRAFO e N Photography (Sprea Editori) dal 2015 al 2019 e per Rolling Stone Italia, Lampoon e The Pitch.

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