A Cortona la fotografia continua a essere protagonista: il festival Cortona On The Move prosegue fino al 2 ottobre con tantissimi eventi espositivi da visitare e scoprire. Dopo aver pubblicato la guida a tutte le mostre e aver intervistato Roberta Levi del GRIN, oggi approfondiamo tre progetti di diversi artisti internazionali: Gulu Real Art Studio di Martina Bacigalupo, Ser y aparecer di Alessandro Cinque e i progetti dei sei artisti sauditi e internazionali che hanno partecipato al programma delle Residenze d’Artista.
Martina Bacigalupo – Gulu Real Art Studio

È il 2011 quando, in uno studio fotografico di Gulu, in Uganda, Martina Bacigalupo nota la stampa di un ritratto con un buco al posto della testa. Quando conosce Obal, il proprietario del più vecchio studio della città, le spiega che gli abitanti della zona non hanno soldi per comprare le quattro fototessere prodotte dalle fotocamere digitali. Quindi i fotografi scattano dei ritratti a mezzo busto a pellicola da cui poi tagliano la testa e il resto lo buttano via. Per oltre due anni, Bacigalupo colleziona questi resti, scegliendo le immagini che Obal conserva per lei.

Martina Bacigalupo (1978, Genova, Italia), ha vissuto per oltre 10 anni in Burundi dove lavorava come freelance. Ora vive a Parigi dove oltre ad essere fotografa è photoeditor di 6 MOIS e XXI.
Alessandro Cinque – Ser y aparecer

Viaggiando per le Ande peruviane, Alessandro Cinque si sofferma sulle fotografie che i campesinos esibiscono sulle pareti delle loro case, spesso ingrandimenti delle fototessere. Conosce poi Yhon Alex Huachaca López, che per mestiere scatta proprio fototessere, che con photoshop le fa apparire nella loro versione migliore, con abiti che non posseggono e in ruoli che non rivestono nella vita reale. Nasce così Ser y aparecer, un progetto che Alessandro Cinque sviluppa in parallelo agli scatti di Yhon, seguendo i soggetti nelle loro case e fotografandoli nel loro quotidiano.

Alessandro Cinque (1988, Orvieto, Italia) ha studiato all’ICP di New York. A Lima (Perù) documenta la contaminazione ambientale e i problemi di salute dei campesinos. Pubblica su The New York Times, National Geographic e L’Espresso.
Cortona On The Move AlUla raggiunge l’Italia
Una delle grandi novità di questa edizione di Cortona On The Move è AlUla, parte dell’AlUla Arts Festival, è nato dalla collaborazione tra la Royal Commission for AlUla (RCU) e COTM. La mostra è dedicata alla fotografia documentaria con allestimenti site-responsive in spazi espositivi all’aperto e nei palazzi storici di AlJadidah, in Arabia Saudita.
Durante la prima edizione della manifestazione, Cortona On The Move AlUla ha lanciato un nuovo programma di Residenze d’Artista per fotografi provenienti dall’Arabia Saudita e da diversi Paesi Europei, selezionando tre artisti Sauditi e tre provenienti da Paesi Bassi, Slovacchia e Italia. I partecipanti hanno seguito un programma di formazione intensiva avendo come mentori fotografi professionisti e curatori internazionali.
Situata a 1.100 km da Riyadh, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, AlUla è un luogo straordinario dove si trova un ricco patrimonio naturale e culturale. Un’area vasta che copre 22.561 km² e comprende una lussureggiante valle di oasi, imponenti montagne di arenaria e antichi siti dei regni Lihyan e Nabatei, risalenti a migliaia di anni fa. Il sito più noto di AlUla è Hegra, il primo patrimonio mondiale dell’UNESCO dell’Arabia Saudita. Antica città di 52 ettari, Hegra era la principale città meridionale del regno nabateo. Oggi vi si trovano da 111 tombe ben conservate, molte delle quali presentano facciate elaborate ritagliate dagli affioramenti di arenaria che circondano le mura dell’antico insediamento urbano. Le ricerche attuali suggeriscono che Hegra fosse l’avamposto più meridionale dell’Impero Romano dopo che i romani conquistarono il regno Nabateo nel 106 d.C. Oltre a Hegra, AlUla ospita l’antica Dadan, la capitale dei regni Dadan e Lihyan, una delle città più sviluppate del I millennio a.C. della penisola arabica. Ospita inoltre Jabal Ikmah, una biblioteca a cielo aperto di centinaia di iscrizioni e scritti in molte lingue diverse. Altri luoghi di interesse: AlUla Old Town, un labirinto di oltre 900 case di mattoni di fango risalenti al 12° secolo, la ferrovia di Hijaz e il forte di Hegra, luoghi fondamentali nella storia e nelle conquiste di Lawrence d’Arabia.
I fotografi selezionati per il programma ed esposti a Cortona sono: Awoiska van der Molen, Eleonora Paciullo, Martin Kollàr, Hayat Osamah, Huda Beydoun e Hussain AlSumayn. Durante i 21 giorni – dal 3 al 24 marzo 2022 – di Residenza ad AlUla i fotografi hanno vissuto un’opportunità di formazione e di scambio culturale nella quale si sono immersi negli straordinari paesaggi e nelle comunità creative di AlUla per sviluppare progetti fotografici in totale libertà artistica, seguiti dal gruppo di esperti internazionali.
Wrinkles di Hussain AlSumayn

Il rapporto degli esseri umani con l’ambiente non è solo una relazione spirituale. È una questione genetica che mette in simbiosi la natura dell’ambiente con la sua gente. Per il suo progetto Hussain AlSumayn ha fotografato gli abitanti di AlUla e le montagne che circondano la città, rivelando le somiglianze tra le forme dei paesaggi e le caratteristiche umane. Ha documentato come, con la vecchiaia, le “rughe” delle persone arrivino ad assomigliare a quelle della natura.
A Disparate Familiar di Huda Beydoun

Inizialmente Beydoun era titubante sul progetto da svolgere ad AlUla: visivamente era al polo opposto rispetto a ciò con cui era abituata a lavorare. Tuttavia ha cercato di capire ciò su cui si poteva concentrare: le persone, lo spazio e le usanze nascoste che governano entrambi. L’intento del progetto è stato quindi creare un ponte tra il familiare e il nuovo. Durante la ricerca, Beydoun si è imbattuta in Madrasat AdDeera, una scuola di artigianato femminile. L’esperienza vissuta fotografando le donne di quella scuola ha plasmato gran parte del lavoro di Beydoun.
Objects in Mirror Are Closer Than They Appear di Martin Kollár

Per Martin Kollár, l’incontro con la cruda fisicità del deserto è un’esperienza affascinante. Ad AlUla scopre il deserto come un deposito di tutto ciò che è scartato, conservato e rimasto intatto, dove le mappe incise nelle arenarie millenarie coesistono con i graffiti del passato. Oggetti abbandonati nel deserto si trasformano in un futuro magazzino archeologico.
Fast – Paced di Hayat Osamah

Il soggiorno ad AlUla ha cambiato la prospettiva di Hayat Osamah su tante cose. È arrivata da Riyadh con un’idea da elaborare ma, in realtà, è stata logorata dalla difficoltà nel realizzarla. Poi, durante la residenza, più osservava, più si rendeva conto di cosa fosse urgente tenere sotto controllo: la gente, il cambiamento e come questo influenzerà i comportamenti delle persone. Una delle esperienze più belle che ha vissuto è stato ricevere la fiducia, la generosità e l’ospitalità di un poeta di nome Falah Ameed Al Khamali, che vive nella sua tenda a ore di distanza dai cambiamenti e dai rumori della civiltà.
المرأة (Almar’a) di Eleonora Paciullo

Eleonora Paciullo ha intitolato il suo progetto المرأة (Almar’a), che significa “donna” in arabo, alle donne saudite che ha incontrato ad AlUla. Il suo desiderio di conoscere meglio queste donne deriva dal suo interesse per la scoperta di nuove culture e tradizioni riguardanti la vita delle donne. Le fotografie scattate durante la residenza artistica ad AlUla rappresentano i suoi incontri e le sue impressioni sulle donne di AlUla.
Under Land di Awoiska van der Molen

La fotografia di Awoiska van der Molen nasce dal suo desiderio di penetrare nel cuore del mondo isolato in cui fotografa. Per creare le sue immagini ritorna al territorio nativo dell’uomo: la natura incontaminata con il suo ritmo naturale. Racconta l’autrice: «Ho sperimentato questo spazio primordiale camminando nel deserto e nelle oasi di AlUla. Accecata dal sole e dalle notti più buie, sono entrata nel mondo liquido che un tempo questo deserto era».