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    Alessandra Sanguinetti: ritratti di un’intimità brutale

    'The Adventures of Guille and Belinda and The Illusion of An Everlasting Summer', il libro della fotografa americana, racconta con disincanto l'adolescenza e la fine dell'infanzia

    Molti tra i lavori di Alessandra Sanguinetti sono pervasi dal concetto di mortalità, di transitorietà della vita, dal ciclo naturale della nascita e della morte, con una poetica intima, delicata, rendendo anche la visione del sangue della morte un processo naturale. Fin da On the sixth days (2005), in cui la fotografa americana si concentra sulla vita degli animali in una fattoria argentina, vicino alla quale viveva il padre, traspare la sua esigenza di raccontare e mostrare la realtà nuda e cruda, senza stereotipi romantici.

    The Adventures of Guille and Belinda and The Illusion of an Everlasting Summer (2020) by Alessandra Sanguinetttti, published by MACK

    Ed è con questo medesimo approccio che ritrae il primo piano di un capretto morto a terra, ma anche la sua vita familiare in Sorry Welcome (2013), senza filtri e senza cliché visivi, una quotidianità brutale. 
Il feroce trascorrere della vita e l’intimità familiare ritornano ad essere suo soggetto nell’ultimo libro pubblicato per l’editore inglese MACK, The adventures of Guille and Belinda and the illusion of an everlasting summer, il secondo capitolo di Sanguinetti sulla vita delle cugine Guille e Belinda.

    Sorry Welcome, 2013 © Alessandra Sanguinetti

    «Le ho incontrate mentre lavoravo a On the sixth days, vicino alla fattoria di mio padre a sud di Buenos Aires. La maggior parte di quel lavoro era ambientato nella fattoria della loro nonna, dove spesso passavano il tempo. È così che le ho incontrate per la prima volta. All’inizio chiedevo loro di spostarsi per fotografare gli animali, finché un giorno non ho rivolto la mia attenzione verso di loro. Non appena ho iniziato a fotografarle e a giocarci, ho capito che c’era una storia da raccontare. Sapevo anche intuitivamente che il trascorrere del tempo sarebbe stato un personaggio principale, come lo è in tutte le nostre vite. Come usiamo il tempo, come trascorriamo il tempo, come combattiamo il tempo, come il tempo ci cambia e percepiamo i limiti di quanto controllo abbiamo sui nostri percorsi di vita» e con questo incontro nasce The adventures of Guille and Belinda and the enigmatic meaning of their dreams (2003), la prima pubblicazione delle Avventure di Guille e Belinda.

    The Adventures of Guille and Belinda and The Illusion of an Everlasting Summer (2020) by Alessandra Sanguinetttti, published by MACK

    Nel primo libro le immagini si srotolano lungo un fil rouge che attinge dalla sfera onirica, fanciullesca, con l’intento di trasporre l’infanzia delle due cugine, portatrice di sogni e speranze, in una dimensione parallela alla realtà. Si alterna la loro vita quotidiana a fotografie che rappresentano la messa in scene del loro mondo interiore. Invece in The Adventures of Guille and Belinda and The Illusion of An Everlasting Summer la spensieratezza infantile ha lasciato il posto alle sfumature brutali e disincantate dell’entrata prima nel mondo adolescenziale e poi in quello adulto. Delle due Ofelie adornate di fiori in The Adventures of Guille and Belinda and the Enigmatic Meaning of their Dreams ne rimane una, immersa nelle acque del fiume in pantaloncini e reggiseno. La rappresentazione della vita bambina è svanita, al suo posto ecco la vita nella sua essenzialità. Nel suo lavoro a lungo termine Sanguinetti testimonia il cambiamento delle due ragazze e il conseguente cambiamento anche della loro rappresentazione: il corpo diventa quello di due donne, i desideri diventano quelli di due donne, sul loro volto si imprime l’espressione della crescita, della presa di coscienza sulla vita. Si affaccia nella loro quotidianità il rapporto amoroso e la nascita di un figlio.

    The Adventures of Guille and Belinda and The Illusion of an Everlasting Summer (2020) by Alessandra Sanguinetttti, published by MACK

    Cambia anche il loro rapporto con lo sguardo fotografico di Sanguinetti e il loro modo di mostrarsi e di apparire: «Quando erano bambine adoravano le attenzioni ed erano più che felici di giocare, fingere ed essere miei complici. Quando sono passate all’adolescenza, sono diventate naturalmente più chiuse e private, e hanno scelto cosa condividere e cosa non condividere. Dentro di loro erano in tumulto, quindi è stato difficile tradurre questi sentimenti in qualcosa di visivo. Man mano che crescevano e diventavano adulte diventavano anche più rilassate e fiduciose, un po’ della giocosità e della natura collaborativa della nostra relazione è tornata con il tempo.»

    The Adventures of Guille and Belinda and The Enigmatic Meaning of Their Dreams, The Necklace (1999) by Alessandra Sanguinetti

    Guille e Belinda non si servono più dei costumi e delle coroncine luccicanti per raccontare il loro mondo ma si lasciano vivere davanti all’obiettivo di Alessandra Sanguinetti, con i loro volti stanchi, affranti, preoccupati, ma anche innamorati, pieni della loro consapevolezza, lasciando ancora spazio comunque alle sorprese del quotidiano. 
Sanguinetti in questo suo ultimo bellissimo lavoro continua ad essere coerente con la sua poetica di un tempo brutale, che non fa sconti, ma anche creatore di un’estetica vitale commovente e disarmante. La fotografa americana ci riesce anche grazie all’apporto di una luce caravaggesca, in cui le ombre dialogano con le luci come nella lotta tra vita e morte, tra forze oppositive rappresentati gli estremi, ma anche ciò che sussiste nel mezzo.

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