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    ‘Borderland’ di Filippo Barbero: la vita come stream of consciousness

    Le immagini senza età di Filippo Barbero, che si presentano in un dinamico rapporto tra sogno e realtà, si tramutano in metafore visive che evocano la storia di un’esplorazione

    Cosa accade quando l’uomo, riflettendo su sé stesso, produce pensieri, parole e segni? Come può la fotografia insinuarsi in questo caotico flusso di tracce umane senza un apparente ordine? Spetterà a noi, come singoli individui, cercare la chiave di lettura delle opere e indagare nelle pieghe più o meno nascoste dell’immagine. Il grande filosofo Arthur Schopenhauer sosteneva che la realtà, nel momento in cui agisce nella vita dell’uomo, subisce una sorta di metamorfosi e che il fenomeno, nella sua impalpabilità, non può essere una raffigurazione veritiera.

    Bordeland © Filippo Barbero

    La fotografia, intesa come strumento di riflessione interiore, consente all’uomo di viversi come corpo interagendo con gli elementi di spazio, tempo e sogno, esprimendo in senso pieno l’essenza della nostra realtà. Filippo Barbero, classe 1992, nel suo progetto Borderland affronta il succedersi della vita e i suoi legami con il passato, il presente, il futuro e il sogno.

    Bordeland © Filippo Barbero

    Mi racconta nello specifico:«Borderland è l’atto del mio Io volto ad un tentativo di riappropriazione di un vissuto che mi ha determinato e strutturato fin dalla tenera età. Questo lavoro si estrinseca in diversi aspetti concomitanti, susseguenti ed eterogenei fra loro: è un luogo, un passaggio di età, un insieme di persone, un modo di vivere, un pensiero critico, un flusso di ricordi, aspettative tradite e idee potenziali. Per me, tutto qui è di confine e proprio questa dimensione di indefinitività mi spinge ad una continua ricerca delle tracce di un tempo che non ho vissuto abbastanza o forse che ho vissuto troppo. Il mio passato si mescola con il presente e mi suggerisce i passi futuri. Non so se ascoltarlo in modo consapevole o se lasciarmi trasportare dal vento fresco, lo stesso che durante le calde notti estive accompagnava me e mio nonno in quei discorsi esistenziali mentre ci meravigliavamo della bellezza della costellazione, sdraiati in un prato umido ed in leggera discesa».

    Bordeland © Filippo Barbero

    Parole precise e nette che risuonano come un manifesto di intenti, eco di una volontà che si esplica in una fotografia che vuole distruggere il velo di maya, di una realtà apparente e illusoria, per generare delle riflessioni sul senso stesso di vivere il tempo. Le immagini senza età di Filippo Barbero, pur essendo in bilico tra sogno e realtà, si tramutano in metafore visive. Un corpus di immagini che non raccontano una tematica precisa e dettagliata, ma evocano la storia di un’esplorazione, di un uomo che sta maneggiando un’idea, un’idea che si cela nell’equazione stessa della vita.

    Bordeland © Filippo Barbero

    Filippo Barbero è un fotografo che vive e lavora in Italia. La sua ricerca artistica si caratterizza per la scelta di progetti a lungo termine, e l’approccio a tematiche che partono da profonda riflessione personali.

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    Manuelaannamaria Accinno
    Laureata in Storia e critica dell’arte alll’Università Statale di Milano, amante dell’arte in tutte le sue forme, riserva un occhio speciale alla fotografia. Lavora con alcuni artisti contemporanei, scrivendo testi critici e curando esposizioni personali e collettive. Ha collaborato con Rolling Stone Italia e attualmente scrive per Black Camera.

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