Lo smartphone è una delle invenzioni più stravolgenti del nostro tempo. Nell’arco di pochissimo, è riuscito a insinuarsi perfettamente nella nostra vita quotidiana. Con lo sviluppo degli smartphone si sono diffuse sempre più anche le app, che ci consentono di accedere a una serie infinita di servizi: prenotare un viaggio, guardare un film, ascoltare musica, mangiare cibi esotici comodamente seduti sul nostro divano, addirittura trovare l’anima gemella. Insomma, dentro un semplice smartphone c’è tutto un mondo.

L’era dell’informazione in tempo reale ha cambiato notevolmente non soltanto le nostre abitudini, ma anche il concetto del logo. Oggi siamo sempre più interessati al significato visivo dei simboli: la caratteristica essenziale di un logo di successo è quella di essere unico e facilmente riconoscibile. Nel mondo delle tecnologie digitali, dove ogni giorno nascono centinaia di nuove applicazioni mobili, l’esigenza di logo che siano unici e riconoscibili è fondamentale.

Social Media e app come Whatsapp, Instagram, Spotify e Netfilx – solo per citarne alcuni – sono riusciti attraverso la rappresentazione del loro marchio a imprimersi nell’immaginario collettivo contemporaneo. Alla luce di questo discorso sorge una domanda alquanto bizzarra; che aspetto avrebbero i Social Media, se fossero stati creati prima di internet? la risposta arriva dal creativo francese Thomas Ollivier, in arte Tom Le French.

Nel suo progetto Re:birth, Tom Le French riesce a far compiere ad alcune delle applicazioni più famose un vero e proprio viaggio nel tempo. Oggetti come walkman, walkie-talkie o cercapersone, che hanno segnato intere generazioni e che nel giro di pochi anni sono diventati obsoleti, cambiano veste. Ogni singolo oggetto è rappresentato nella sua naturale trasformazione. Questo lavoro, attraverso la combinazione di nostalgia e fantasia, ci fa comprendere che gli strumenti di comunicazione contemporanei non sono altro che attività che abbiamo sempre svolto, ma semplicemente usiamo mezzi differenti.