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    Dal MIA Fair al giro del mondo in 21 immagini: il viaggio ‘invisibile’ di Roberto Polillo

    Dal Marocco alla Cambogia, dal Giappone all’India, tra Venezia, New York e Dubai, 21 fotografie di grande formato per 13 paesi raccontano la ricerca artistica e il linguaggio di Roberto Polillo, un progetto speciale a cura di Denis Curti

    Dal 28 aprile al 1 maggio 2022 a Milano torna Mia Fair, la più importante fiera italiana dedicata alla fotografia e alla cultura delle immagini. Ad arricchiere il palinsesto di questa edizione c’è anche un progetto espositivo di Roberto Polillo, curato da Denis Curti. Invisibile, questo il titolo, rappresenta la sintesi di oltre quindici anni di indagine fotografica che Roberto Polillo ha sviluppato seguendo la sua grande passione, spesso associata al suo amore per il Jazz, che lo ha spinto a girare l’Europa per forografarne gli interpreti principali. Lo abbiamo intervistato.

    New York 2016 © Roberto Polillo

    Roberto, hai scelto di partecipare al MIA Fair non con uno stand commerciale, ma con un vero e proprio progetto espositivo. Ci racconti le ragioni di questa decisione?
    Sicuramente è una scelta che può essere considerata anomala, ma l’ho fatto seguendo un ragionamento preciso. È la prima volta che espongo questo progetto a Milano, dall’inizio della pandemia; ho pensato che, appena possibile, avrei voluto presentarlo a più persone possibile, quindi quale luogo migliore di una fiera internazione dedicata alla fotografia? Questa esperienza per me è una specie di checkpoint, un modo per raccontare e condividere una parte della mia esperienza artistica.

    Come si sviluppa la mostra?
    È il tentativo di portare agli occhi dello spettatore una sintesti del mio lavoro, che è in continuo divenire. A breve, infatti, partirò per l’Uzbekistan per scattare nuove foto. Al MIA, la mostra si divide in quattro stanze, due dedicate alle città del passato e due a quelle del futuro come Tokyo, Shangai, Singapore, Dubai e New York. Completa l’allestimento una grande installazione in parete, con una delle mie immagini del Marocco.

    Mozambico 2009 © Roberto Polillo

    Accanto alle foto in mostra, c’è anche un libro. Ce ne parli?
    Il libro va visto come parte integrante della mostra. Tra il visibile e l’invisibile è uscito da poco e aiuta il lettore a comprendere più a fondo la storia, le motivazioni e le riflessioni intorno al mio lavoro. Dà il senso di questa esplorazione lunga quindici anni che mi ha portato a visitare venticinque paesi di tutto il mondo. Durante i giorni della fiera ci sarà anche un evento dove avrò modo di presentare il libro, che è stato pubblicato in versione italiana e inglese.

    In molti casi sei stato definito, erroneamente, un “impressionista della fotografia”. Tu invece come ti definisci?
    Il mio approccio è molto diverso dalla corrente dell’impressionismo, per una semplice ragione: se è vero che le mie immagini sono fortemente pittoriche, è anche vero che l’impressionista racconta sulla tela quello che sente dentro. Io, al contrario, sono un esploratore e raccoglio quello che sta al di fuori di me, con la mia fotocamera in movimento. Cerco di catturare aspetti della realtà imprevedibili e che l’occhio fermo non vede. Mi definirei piuttosto uno sperimentatore, con un approccio che va oltre l’estetica.

    Agra 2018 © Roberto Polillo

    Oltre alla mostra fotografica e alla presentazione del libro, è in programma un interessante talk intitolato Esplorando l’invisibile: un dialogo tra Denis Curti e Alberto Diaspro, direttore del Dipartimento di Nanofisica dell’Istituto Italiano di Tecnologia e autore di Quello che gli occhi non vedono, con Mauro Pagani, polistrumentista, compositore e produttore discografico, parte della PFM Premiata Forneria Marconi e autore di importanti collaborazioni con numerosi musicisti italiani, a partire da Fabrizio De André, e Francesca Taroni, direttore di Living e Abitare, per una riflessione e un confronto che possa nascere da un’alternanza di visioni e di discipline.

    Alessandro Curti
    Nato a Milano nel 1991, giornalista appassionato di arte contemporanea e di fotografia in tutte le sue espressioni. Socio di STILL Fotografia, con sede a Milano in via Zamenhof 11. Docente in Storia della Fotografia all’interno del corso di Fashion Design allo IED di Milano. Gia collaboratore e redattore per le riviste mensili IL FOTOGRAFO e N Photography (Sprea Editori) dal 2015 al 2019 e per Rolling Stone Italia, Lampoon e The Pitch.

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