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    Il collage surrealista di Alan Maglio supera i limiti della fotografia

    Nel progetto del fotografo, gli interni delle case diventano perturbanti scene del crimine e gli scatti della Milano notturna si trasformano in affascinanti racconti surreali

    Alan Maglio (Milano, 1979) è un artista che indaga le tematiche della memoria e del perturbante. Le opere prendono forma attraverso la manipolazione di materiali d’archivio e fotografie. La tecnica del collage analogico permette di sperimentare una sintesi – a tratti surreale – di elementi iconografici differenti per provenienza e collocazione temporale.

    © Alan Maglio

    Il filosofo Marc Augé, che ha concepito il concetto di “Nonluogo”, definisce nel saggio Rovine e Macerie – Il senso del tempo la profonda differenza tra i due termini, solo apparentemente vicini. Le Rovine fanno comprendere la realtà di un tempo che non è quello di cui parlano i manuali di storia o che i restauri cercano di riportare in vita. È un tempo chiaro, senza tempo, assente dal nostro mondo d’immagini, di idoli e di ricostruzioni. Il nostro mondo, brutale, assente dal mondo, produce Macerie: Macerie che non hanno più il tempo di diventare Rovine. Un tempo perduto che solo l’arte e la cultura possono ritrovare.

    © Alan Maglio

    Alan Maglio lavora sulle Rovine. La attività parallela, che lo ha portato a fotografare oltre mille appartamenti destinati alla vendita, talvolta solo parzialmente svuotati dai proprietari, fa da sfondo ad un procedimento perturbante, che inserisce nelle immagini a colori degli appartamenti desolati elementi “altri”, ritagliati con un bisturi da stampe in b/n o periodici popolari, rigorosamente vintage. Pezzi unici, non serializzabili, che rinnovano la nobile tradizione del Collage.Il taglio delle stampe d’epoca, che di fatto distrugge i materiali originali, costituisce una sorta di passaggio traumatico che assegna alle immagini una nuova dimensione contemporanea.

    © Alan Maglio

    Il senso di straniamento e discontinuità è accentuato dall’inserimento dei soggetti in bianco e nero in ambienti caratterizzati da forti cromatismi. Il risultato è la creazione di una dimensione spazio-temporale fluida con un “setting” dal sapore onirico e ambiguo. Rovine, non Macerie. Una sorta di persistenza della memoria, nel senso mirabilmente dipinto da Dalì, coniugato con l’aura di appartamenti a prima vista ordinari, malinconici, spesso brutti, trasformati da Maglio in haunted houses. Le opere di Alan Maglio sono state recentemente esposte in una mostra alla galleria STILL di Milano e al MIA Photo Fair 2021.

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    Alessandro Curti
    Nato a Milano nel 1991, giornalista appassionato di arte contemporanea e di fotografia in tutte le sue espressioni. Socio di STILL Fotografia, con sede a Milano in via Zamenhof 11. Docente in Storia della Fotografia all’interno del corso di Fashion Design allo IED di Milano. Gia collaboratore e redattore per le riviste mensili IL FOTOGRAFO e N Photography (Sprea Editori) dal 2015 al 2019 e per Rolling Stone Italia, Lampoon e The Pitch.

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