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    La fotografia di Carole Mills Noronha come ancora della memoria

    Carole Mills Noronha, nel suo progetto 'That Place He Goes', documenta fotograficamente il viaggio di suo padre nella demenza e nell’Alzheimer, diagnosticate ufficialmente nel 2018. Un progetto romantico e struggente

    Il corpo dell’uomo è una specie di teatro, fantastico e concreto, dove si scontrano sogni e desideri di eternità. Sempre presenti, come il canto di un coro in sottofondo, la realtà dei bisogni legati alla nostra sopravvivenza: cibo, acqua, sonno e amore. In questo scenario di guerra, di contrapposte necessità, regna la dicotomia eterna tra salute e malattia.

    The photo admirer © Carole Mills Noronha

    Carole Mills Noronha, nel suo progetto That Place He Goes, documenta fotograficamente il viaggio di suo padre nella demenza e nell’Alzheimer, diagnosticate ufficialmente nel 2018. Harold Mills è nato nel 1932 a Mallee, una piccola cittadina nell’Australia rurale. La fotografa decide quindi di immortalare momenti curiosi e quotidiani del padre, accompagnando con delicatezza l’osservatore all’interno delle loro esistenze. Il lavoro, tuttora in corso, alterna esterni, interni, ritratti ed elaborazioni digitali con fotografie tratte dall’album di famiglia; un collage temporale che unisce passato e presente. «Mio padre si chiama Harold Mills. Ha 90 anni. A volte sa chi sono e altre volte no. È devastante quando tuo padre non ti riconosce. Ci si sente soli. Ma so che è la sua demenza. Fotografare papà mi aiuta a elaborare emotivamente i cambiamenti che avvengono, ma soprattutto la mia serie è per mio padre. Foto di momenti della sua vita che ha già dimenticato. La prova che quei momenti sono esistiti.»

    Dad the athlete © Carole Mills Noronha

    In questo progetto la fotografia cerca di sottrarre il ricordo al divenire del tempo, in una corsa all’ultimo respiro. Come a teatro la rappresentazione non deve farsi succube del testo scritto, così la fotografia estrapola le immagini dal loro isolamento originario per rendere esperibile universalmente il racconto emotivo che conservano. La fotografa, grazie all’invisibilità che offre l’apparecchio, entra all’interno del suo dolore per creare un nuovo linguaggio, nuove parole, per descrivere il nuovo rapporto che ha con suo padre. Vedere una fotografia significa, forse, essere per certi versi ciechi e attivare tutti gli altri sensi. Le immagini di Carole Mills Noronha andrebbero osservate di sfuggita per poi cercare di ricordarle attraverso la memoria emotiva; o forse si tratta solo di chiudere gli occhi ed aprire il cuore.

    Covid the unknown © Carole Mills Noronha

    Carole Mills Noronha vive a Melbourne in Australia, ed è una fotografa, educatrice e madre di due figli. Il percorso che l’ha portata ad approcciarsi alla fotografia è molto particolare:
    «Con una formazione in arti visive, non ho scoperto veramente la fotografia come necessità di esprimere il mondo che mi circonda fino alla morte improvvisa di mio padre nel 2013. Rendendomi conto della permanenza della fotografia e del forte desiderio di registrare la mia famiglia, ho iniziato a concentrarmi sulla casa di famiglia in cui sono cresciuta e a creare altri ricordi».

    The other side © Carole Mills Noronha

    «Il mio primo progetto Cimeli di famiglia è nato nel 2019. Quando la salute di mio padre ha iniziato a peggiorare, il mio secondo progetto That Place He Goes è diventato un modo per registrare i momenti della vita di papà. Entrambi i progetti intrecciano naturalmente due storie, ma il secondo è in corso e documenta il viaggio di papà verso la demenza e l’Alzheimer. Come fotografa, mi propongo di creare fotografie oneste, tenere, crude e intime. Nascono dall’amore, dal rispetto e dal bisogno di raccontare la storia di un altro».

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    Manuelaannamaria Accinno
    Laureata in Storia e critica dell’arte alll’Università Statale di Milano, amante dell’arte in tutte le sue forme, riserva un occhio speciale alla fotografia. Lavora con alcuni artisti contemporanei, scrivendo testi critici e curando esposizioni personali e collettive. Ha collaborato con Rolling Stone Italia e attualmente scrive per Black Camera.

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