«La storia del mondo non è altro che il progresso della consapevolezza della libertà.» diceva Hegel. Non è facile stabilire con certezza l’essenza della Storia; che cos’e la Storia? Questo quesito ha attanagliato la mente di molti pensatori nel corso dei secoli, generando teorie, e definizioni, che possono essere vere come altrettanto false.

Nella nostra visione contemporanea del mondo, segnata da una velocità sempre più incessante, la storia è ‘un insieme ininterrotto di eventi, situazioni che alterano la condizione di esistenza dell’uomo in un determinato momento. Come ci suggerisce Eugenio montale, all’interno della sua opera Satura: «La storia non è prodotta da chi la pensa e neppure da chi l’ignora», dunque è un’entità che segue un suo percorso, e l’uomo, vittima e carnefice, non può che cercare di guardarsi indietro per tentare di non commettere le brutture del passato.
Maurizio Galimberti, nel suo ultimo libro L’illusione di una storia futuro edito da Skira con la partecipazione di Paolo Ludovici, continua il suo percorso di indagine visiva all’interno della Grande Storia. Il fotografo, nella sua posizione di spettatore/interprete, rielabora con il suo il linguaggio immagini e testimonianze prodotte da altri, proponendoci la sua personale lettura dell’evento storico.

Le fotografie, scomposte e frammentate in molteplici quadri visivi, pur perdendo la loro forma originaria rimangono intatte nella loro essenza più profonda. Questo libro, attraverso la potenza della fotografia, ci spinge ad indagare la memoria inteso come gesto individuale e collettivo.