Ogni epoca storica sviluppa un proprio interesse. Ogni società, nelle molteplicità esistenti, costruisce un proprio corpus immaginifico di riferimento. Gian Paolo Barbieri, nel nostro caso, sembra aver scattato per il futuro. Le sue fotografie, attraverso un linguaggio visivo che abbraccia il teatro e il cinema, sono una ricerca continua dell’artista e dell’uomo che ha stravolto il concetto di moda e bellezza riscrivendone i canoni. L’Italia, letteralmente da nord a sud, lo celebra con due mostre personali.

A Milano, dal 29 novembre 2022 al 25 marzo 2023, la galleria 29 ARTS IN PROGRESS presenta la mostra UNCONVENTIONAL: un importante selezione di immagini che ci mostrano, con ironia e ricercatezza, le donne simbolo della moda. Fotografie nate per le campagne pubblicitarie più iconiche di brand di moda italiani, e non solo, quali: Versace, Ferrè, Vivienne Westwood, Dolce & Gabbana, Valentino e Armani. Femminilità e bellezza che, attraverso l’uso del colore, vibrano di nuova vitalità e simbologia.
«Da sempre amo l’arte, in tutte le sue declinazioni. Fin da piccolo l’ispirazione al teatro e al cinema furono una spinta importante. Poi leggendo tanto, studiando l’arte classica, guardando ai maestri del passato o semplicemente guardandomi intorno e prendendo spunto da ciò che si animava intorno a me, sviluppavo il mio occhio artistico. Immaginavo e disegnavo nella mia mente ciò che avrei voluto fosse il risultato del servizio, costruivo i miei set in maniera impeccabile, sempre con una citazione, più o meno esplicita, all’arte, al cinema o all’architettura.» (Gian Paolo Barbieri).

A Napoli, invece, La Fondazione Mannajuolo nello spazio Al Blu di Prussia presenta la mostra Fuori dal Tempo a cura di Maria Savarese. Un’esposizione costituita da 18 immagini in bianco e nero che fanno parte della trilogia del mare Madagascar, Tahiti Tattoos, Equator, oltre a 24 polaroid inediti scattati alle Seychelles. afferma la curatrice nel testo di accompagnamento alla mostra «A metà fra reportage, etnofotografia e fotografia di moda, Barbieri, cercando la verità di quei luoghi, ha creato immagini iconiche memorabili, così come nella sua esplorazione sul tema del nudo e dell’erotismo anche il corpo, soprattutto quello maschile, viene concepito come uno strumento per investigare l’anima».

L’approccio artistico quasi scultoreo del fotografo nasce dalla volontà, e dal desiderio, di creare una visione quasi divina del corpo umano; questo intento è perseguito attraverso un uso sapiente della luce e delle pose dei soggetti. Il corpo in queste immagini, uscendo da una lettura semplicistica e mercificata della nudità, viene trattato alla stregua di una natura morta per raccontare, simbolicamente, l’uomo e la sua identità. Due mostre da segnare in agenda e da non perdere assolutamente.