
Il giardino è uno spazio di armonia e vita, dove l’uomo interagisce con la natura e ne coglie i frutti. Ma come può un giardino essere concepito in modo tale da rispettare l’equilibrio naturale e al contempo offrire un’esperienza sensoriale unica? Gilles Clément, scrittore e paesaggista francese, propone un’idea di giardino che vede l’uomo come “giardiniere planetario”, cioè un individuo capace di gestire e preservare l’ambiente naturale. La sua filosofia, definita “giardini in movimento”, si basa sull’idea che il giardino debba evolversi in sintonia con la natura, senza subirla ma collaborando con essa. Nel suo libro Il giardino planetario, afferma: «Il giardino non è un ambiente naturale, ma artificiale, e senz’altro non inventato dalla natura, ma concepito dall’uomo». Ecco perché Clément sostiene che il giardino – come ‘ambiente da gestire’ – debba proporre una simbiosi tra naturale e antropizzato, in un dialogo continuo tra le esigenze dell’essere umano e quelle del paesaggio naturale.

L’obiettivo finale di un giardino così concepito è quello di creare un ambiente naturale e vivo, dove ogni essere vivente ha la sua funzione e il suo spazio. Alla luce della sua opera, Gilles Clément ci invita a un rapporto attento e rispettoso con la natura, a creare spazi verdi che possano essere luoghi di vita e di rigenerazione. Il giardino diventa così un’opera d’arte collettiva, in cui ogni individuo trova il proprio posto e il proprio ruolo. In questo processo la fotografia e l’arte, divengono il mezzo per preservare la bellezza del giardino, diventando il collante tra l’uomo e il suo ambiente, e tra le modalità di percezione della natura e dell’antropizzazione. Il Museo del Mare di Genova accoglie, fino al 15 maggio 2023, la mostra fotografica intitolata Giardini disobbedienti, a cura di Maria Sabina Berra e Pio Tarantini. In questo progetto, la natura del giardino è esplorata attraverso gli occhi di ventisei fotografi, ognuno dei quali offre una sua personale interpretazione di questa realtà. L’obiettivo non è tanto quello di documentare i giardini, quanto piuttosto di creare un’esperienza visiva che stimoli la riflessione sui tanti significati che un giardino può assumere a seconda del punto di vista da cui lo si osserva. La selezione delle fotografie ha il fine di costruire una narrazione nuova e originale in grado di riattivare nuovi significati, immagini che insieme dialogano tra loro e si accostano in modo armonioso offrendo al pubblico un’esperienza unica ed emozionante.
I fotografi presenti in mostra rappresentano diverse generazioni e stili fotografici, questo perché la visione del giardino è qualcosa che va al di là del tempo e dello stile personale. Il giardino infatti è un luogo universale che sa parlare a tutti, indipendentemente dal loro background culturale o artistico. La mostra propone un’impostazione “disobbediente”, rispetto al canone della fotografia documentaristica, perché privilegia la soggettività e l’imprevedibilità delle poetiche personali degli artisti esposti. Il risultato è un’esperienza visiva che va oltre la mera documentazione degli oggetti rappresentati, ma che ricerca il significato più profondo del giardino, esplorando gli aspetti emozionali e simbolici che lo caratterizzano. In definitiva, questa mostra rappresenta un’occasione per fare un viaggio visivo ed emotivo nei giardini dell’immaginazione, dove il visitatore potrà scoprire nuove prospettive e significati e, magari, trovare ispirazione per creare il proprio giardino interiore. La curatrice Maria Sabina Berra, ispirata dall’opera di Gilles Clément, ci racconta: «Giardini disobbedienti, ovvero l’elogio del paradosso. Il giardino è l’espressione di una natura domata, ma disobbediente quando esce dalla logica comune ed è al massimo della sua forza espressiva. Così accade sempre, quando disobbedire diventa necessario, generante e discreto: significa guardare altrove con forza oltre ciò che è stabilito. I Giardini disobbedienti sono allora metafora della natura al di fuori dallo stereotipo funzionale, che non rispetta e riconosce l’ambiente, quando sono uccisi il senso e la comprensione intelligente del pianeta (…). Gli artisti esposti sono: Erminio Annunzi, Isabella Balena, BB, Donatella Berra, Silvia Buccino, Matteo Cirenei, Margherita Del Piano, Mario Ermoli, Carlo Garzia, Giovanni Gastel, Lydie Jean-Dit-Panel, Silvia Lelli, Lelli & Masotti, Studio Lariani, Gianni Maffi, Paola Mattioli, Paolo Minioni, Cristina Omenetto, Bruna Orlandi, Francesco Radino, Efrem Raimondi, Nicola Righetti, Pio Tarantini, Roberto Toja, Natale Zoppis. Più tre fotografie storiche: I fiori di Frida Kahlo di Leo Matiz.
Info:
Giardini disobbedienti–Galata Museo del mare, Calata Ansaldo De Mari, 1, Genova. Ufficio stampa per la mostra e informazioni: 3393489811. Orari: da lunedì a domenica dalle 10 alle 19.