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    Paul Graham, fotografia on the road per raccontare il sogno europeo

    'A1 - The Great North Road' è il libro pubblicato da MACK che ripercorre la strada che taglia il Regno Unito da sud a nord, una fotografia poetica che sembra il racconto della nostra infanzia

    Il bello di un libro come A1 – The Great North Road (Mack) è che è talmente avanti che all’epoca dell’immediata uscita, nel 1983 prima di diventare un cult, non fu molto capito. Una delle critiche era rivolta alla scelta di scattare sì in grande formato, ma a colori. Negli anni Ottanta, pure nell’avantissima Inghilterra c’era ancora chi si faceva mille paranoie sul bianco e nero come atmosfera “giusta” per raccontare il sociale (da noi che siamo indietro in mille cose, un anno dopo usciva Viaggio in italia, un lavoro collettivo con tantissimo colore sul paesaggio Italiano che ha fatto la storia, ma non ce ne ricordiamo mai abbastanza, non lo ripubblichiamo, non lo spammiamo bene all’estero, lo lasciamo agli addetti al settore invece che distribuirlo nei licei come testo obbligatorio ai ragazzi). Ma perché il fotografo venticinquenne, ora residente a New York e testa pensante del fantastico editore Mack, sentì quest’esigenza?

    A1 – The Great North Road © Paul Graham/MACK

    Come ogni lavoro che abbia un valore artistico rilevante, il viaggio di Graham nasce da un’esigenza personale: era disoccupato, giovane, si era fatto prestare un minivan dalla nonna della sua fidanzata e decise di tornare nei luoghi della sua infanzia, ripercorrere l’A1, la strada che faceva in macchina coi suoi nelle estati dell’infanzia per andare a trovare i parenti. I tempi erano cambiati, l’infanzia un ricordo e pure l’A1, gloria degli anni Cinquanta era destinata a sparire. Come ogni volta che si torna melanconici al passato, Graham non trovò forse quello che cercava, ovvero la vecchia A1 ormai soppiantata dalla più moderna M1.

    A1 – The Great North Road © Paul Graham/MACK

    Al posto delle sparute famiglie in viaggio nelle utilitarie si affacciano di fronte all’obiettivo del fotografo tavolate di operai, camionisti stanchi e infreddoliti che scambiano battute in un parcheggio, telefoni a gettoni, camerieri sgarrupati, coppie di giovani coi mullet che oggi saranno chissà dove. Al posto dei vecchi e romantici caffè, i nuovi insediamenti urbani tutti luci al neon e casermoni squadrati. Emerge in questo lavoro la trasformazione di un paesaggio freddo, desolato, in cui la strada passa da luogo di passaggio romantico a centro logistico del trasporto merci. Graham scatta a colori e decide di non scattare mai e poi mai dal finestrino della sua auto, per essere sicuro di non compromettersi con la retorica dell’on the road, per non scimmiottare quel riferimento ingombrante che è The Americans di Frank, abbandonando la messinscena kerouachiana e fattona del viaggio.

    A1 – The Great North Road © Paul Graham/MACK

    Chiaramente non riesce a discostarsi dal suo mito ma gli rende omaggio superandolo, donando poesia a delle foto che viste con gli occhi del 2021 fanno tenerezza, sono bellissime, sembrano dei frame estrapolati da un grande film che è la nostra infanzia. Il Regno Unito della Thatcher, gli operai in tuta blu, la desolazione di una vecchia strada romana e di un Impero che per mantenere le sue promesse ha sempre avuto bisogno di schiavi. Contadini una volta, operai e camionisti nel presente. A1 – The Great North Road è forse un libro sul sogno europeo e per una volta e non su quello americano. Niente retorica, niente melodramma, solo il segno del tempo che passa. Il giudizio è sospeso, come tutte le grandi opere d’arte che si rispettino ognuno è libero di trarne il suo. Di sicuro fa un figurone sul vostro tavolo in salotto.

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