Negli ultimi anni la formazione nel campo della moda, del design e delle arti visive è cresciuta esponenzialmente. Sul territorio nazionale e specialmente a Milano sono state fondate numerose scuole, ognuna con un particolare programma didattico. Tra le varie realtà esistenti, Raffles Milano – Istituto di Moda e Design, si è affermata come una delle più innovative, originali e moderne. La scuola, proprio in questo periodo, sta lanciando le nuove borse di studio per i suoi Master, tra cui quello di Fotografia. È possibile fare richiesta fino al 28 febbraio 2022 e si può ricevere fino al 50% di sconto sul costo dell’iscrizione. Maggiori informazioni si possono trovare sul sito della scuola. Per l’occasione, abbiamo intervistato Claudio Composti, gallerista e docente di progetto all’interno del Master.

Claudio, chi sono gli studenti che stanno attualmente seguendo il Master in Fotografia?
Sono dieci ragazze e ragazzi da tutto il mondo. Il gruppo di studio ha un forte respiro internazionale, ci sono studenti dal Guatemala, dalla Russia e dal Messico, oltre ad alcuni italiani, tutti di età è compresa tra i 21 e i 30 anni.
Hanno tutti lo stesso livello di preparazione?
Qualcuno di loro ha già avuto qualche esperienza formativa o lavorativa e partecipa al Master per migliorare alcuni aspetti professionali e ampliare le proprie conoscenze nel campo della fotografia e dell’arte contemporanea.
Qual è l’approccio didattico all’interno del Master e della scuola?
C’è molta attenzione alla costruzione di una progettualità solida, che si accompagna a un approccio culturale – e anche storico – vicino al mondo della moda, del design, delle arti visive e della fotografia. Con questo Master cerchiamo di fornire agli studenti gli strumenti e le chiavi di lettura utili a metterli in contatto con le migliori figure professionali che ci sono sul territorio. La grande relazione tra teoria e pratica è uno dei punti più peculiari della scuola e sicuramente rappresenta una novità, dal momento che questo approccio nel panorama didattico italiano è sempre stato lacunoso. Entrare in Raffles significa avere accesso a modalità di lavoro ben definite e imparare ad apprendere e gestire input e strumenti.
Nello specifico il tuo modulo didattico che temi tratta?
A inizio Master ho lavorato con gli studenti su una presentazione generale, poi in estate curerò un approfondimento su temi come mercato, collezionismo e tecniche di stampa. Mi piace offrire ai ragazzi delle opportunità di confronto, dando degli esercizi che li obblighino a smontare le loro certezze e a metterle in discussione. Ad esempio, uno degli esercizi che ho dato aveva come oggetto quello di fotografare l’opposto di quello che piace, cosa per nulla semplice e scontata. Questo approccio permette agli studenti di mettersi in discussione, di prepararli al fatto che, quando lavoreranno, dovranno affrontare diverse problematiche (budget, trasporti, testi curatoriali, gestione dello spazio espositivo, ecc.) e imparare a gestirle nel mondo reale.
Sei ancora in contatto con gli studenti dei Master degli anni passati?
Sì, un altro aspetto positivo di questa esperienza è che si riesce a creare una relazione duratura con gli studenti, con cui resto in buoni rapporti anche dopo diversi anni. Sono sempre pronto a indirizzarli da stampatori, galleristi, corniciai e collezionisti che conosco e apprezzo, facendo da collegamento tra gli uni e gli altri.
Domanda da un milione di dollari: come si fa a capire se un fotografo è bravo o mediocre?
Per essere buoni fotografi bisogna prima di tutto individuare il proprio stile, ma questo non è sufficiente. Nel mondo esistono altre migliaia di persone con lo stesso stile, molte delle quali sono probabilmente più brave e capaci. È fondamentale prendere coscienza di chi sei e sapere cosa ti sta intorno, per poi applicarlo nella tua fotografia. Coniugare questi aspetti con uno stile preciso e ricercato può rappresentare un’arma vincente, ma ancora può non essere abbastanza. Bisogna sapersi mettere in discussione, in alcuni casi cancellare le proprie certezze e ribaltarle, uscire dalla comfort zone e reinventarsi di continuo.
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