Dopo sei anni dedicati al tema della sostenibilità ambientale, il Calendario Lavazza cambia pelle e sceglie di collocare l’uomo al centro della sua ricerca, per porre l’accento sul nodo centrale che la pandemia ha esposto ai nostri occhi: la sostenibilità sociale.
È da queste premesse che prende vita The New Humanity 2021, un progetto artistico di Lavazza – ideato e realizzato sotto la direzione creativa dell’agenzia Armando Testa – che raccoglie un insieme di contributi artistici originali di esponenti di eccellenza del mondo della fotografia, ma anche della musica, della poesia, del design, dell’architettura, dell’impegno sociale. Il progetto, nato e strutturato durante la scorsa primavera, si declina in un calendario e in un magazine, per la prima volta a disposizione del pubblico di tutto il mondo, in edizione limitata, tramite un’attività di raccolta fondi a sostegno di Save The Children, l’ONG di cui Lavazza è partner da quasi 20 anni e che da oltre 100 anni si batte per salvare i bambini a rischio e per garantire loro un futuro.

Sono tredici i maestri della fotografia che hanno messo a disposizione il loro personale sguardo creativo e la loro inconfondibile cifra stilistica: Christy Lee Rogers, Denis Rouvre, Carolyn Drake, Steve McCurry, Charlie Davoli, Ami Vitale, Martha Cooper, David LaChapelle, Martin Schoeller, Joey L., Eugenio Recuenco, Simone Bramante e TOILETPAPER.
Qui è possibile sfogliare la gallery con tutte le immagini.
Come detto, il Calendario è accompagnato da un magazine che raccoglie i contributi di sei ambassador, sei voci chiamate a interpretare e amplificare i molteplici significati della New Humanity, attraverso esperienze personali e una delicata sensibilità, per stimolare una riflessione ancora più profonda. Si tratta dell’architetto Carlo Ratti, la fashion designer Stella Jean, lo scrittore Alessandro Baricco, l’attrice Kiera Chaplin, la cantautrice Patti Smith, la CEO di Save The Children International Inger Ashing.

In occasione dell’uscita del nuovo calendario Lavazza, abbiamo intervistato il fotografo Martin Schoeller, che ci ha raccontato l’esperienza dal suo punto di vista. «Ho voluto sviluppare un lavoro che si concentrasse sugli occhi. Stiamo vivendo un periodo incui tutti i volti sono coperti dalle mascherine, quindi ho sentito la necessità di avvicinarmi ancora di più ai soggetti» ci ha spiegato il ritrattista tedesco. «Fotografando soltanto gli occhi, ciò che emerge è che siamo tutti diversi e tutti uguali, ogni differenza viene annullata, non esistono più barriere. Dobbiamo ricordarci che prima di tutto siamo essermi umani, composti dagli stessi organi; la diversità delle emozioni e dei sentimenti è la nostra forza.»

Abbiamo chiesto a Martin qual è stato il suo approccio al tema The New Humanity: «L’esplorazione umana è un tema a me molto caro» ha risposto, «in questo caso ho cercato di andare ancora più in profondità per raccontare la mia prospettiva di questo particolare periodo storico. Il risultato è un progetto che mette in evidenzia l’incredibile resilienza dell’essere umano e il suo enorme spirito di sopravvivenza.» Prima di lasciarci, Schoeller ha espresso un desiderio per il futuro: «Siamo in una situazione tale da doverci necessariamente rapportare gli uni con gli altri solo attraverso i social media, le video call e le esperienze virtuali. La mia speranza è che presto possiamo tornare tutti a vederci di persona, per stare in compagnia e conversare, condividere e discutere oltre gli schermi che ci separano.»