Ogni anno, per non dire ogni minuto, centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti vengono gettati in fondo al mare, causando danni irreversibili all’intero ecosistema che protrarranno per i prossimi cento anni. Concimi, pesticidi, sostanze plastiche e microplastiche popolano il mare e gli oceani, che poi ci ritroviamo sulle spiagge e nel nostro cibo; tracce di civiltà, anzi di inciviltà, che stiamo lasciando alle generazioni future.

Il legame tra la fauna marina e l’inquinamento è l’argomento di una mostra dal forte impatto visivo, Watersurface, nell’ambito del programma culturale di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022.

Fino al 31 dicembre, gli scatti di tre fotografi subacquei di fama internazionale – Nicholas Samaras, Pasquale Vassallo e Guido Villani – lanciano, attraverso un percorso espositivo sul molo di Marina Chiaiolella, a Procida – un appello per la lotta contro l’inquinamento da plastica che attanaglia i mari e gli oceani di tutto il mondo. A testimonianza di come il forte potere delle immagini possa smuovere il pensiero critico su ciò che ci circonda.

«Entro il 2025 gli oceani conterranno una tonnellata di plastica ogni tre tonnellate di pesce ed entro il 2050 ci sarà più plastica che pesce. – spiega Agostino Riitano, direttore di Procida 2022 – Nell’Oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii, galleggia un’isola di plastica di 1,6 milioni di km2, più di 400.000 volte la superficie dell’isola di Procida. Il Mediterraneo, secondo la ricerca ‘Beach Litter’ di Legambiente, ha per ogni 100 metri lineari di costa circa 670 rifiuti. La plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto: 134 specie tra pesci, uccelli, tartarughe e mammiferi marini, sono vittime dell’ingestione di plastica. Con questa grande mostra fotografica, che ben si sposa con il senso del nostro dossier, lanciamo così un messaggio forte e chiaro per la salvaguardia degli ecosistemi marini e dell’intero pianeta».