
I test della memoria, altro non sono che una serie di esami, che hanno come scopo ultimo, quello di valutare le funzionalità neuro cognitive. Per cui, memoria a breve termine, e lungo termine, e poi anche la capacità di potere risolvere dei problemi. Specialmente, con il passare degli anni, un controllo serve sempre.
Test della memoria: a cosa servono?
E’ bene partire dal un presupposto, con il tempo che passa, il cervello si restringe, e le cellule perdono anche la dimensione, da qui la perdita di memoria. I test, in particolare questi, servono proprio per potere fare delle analisi, e capire come è messa la memoria a lungo e breve termine.

Si usano per potere diagnosticare una perdita di memoria, o anche qualche patologia collegata. Valutare anche un ricordo, e poi pianificare anche degli esercizi di memoria, che possono aiutare a recuperare questa capacità. In alcuni casi, la perdita di memoria, è collegata anche alla depressione, e cose del genere. Non facile da trattare.
In alcuni casi, la differenza tra la perdita di memoria e la confusione, è proprio da ricercare negli stati di depressione. Che possono coinvolgere, persone di una certa età ma non solo. Quando si parla di queste cose, non ci sono limiti di età anagrafica che possono reggere. E’ un dato di fatto.
Memoria a lungo termine: cosa sappiamo?
La memoria a lungo termine è un processo, che ci permette di immagazzinare, codificare e poi anche recuperare dei ricordi. E le informazioni, che abbiamo sempre avuto a disposizione. Ci sta quella: esplicita e implicita. Che poi si divide ancora in altre branche: semantica, riconoscimento e episodica. Tutte con delle caratteristiche.

Ovviamente, gli esperti del settore, si trovano spesso ad avere a che fare con questo settore, e quindi studiarlo da vicino. Anche per questo motivo, molto spesso, mettono in campo dei test, che possono tornare utili. E che, in un certo senso, possono anche permettere di risolvere la questione, e cercare una cura.
Per la memoria implicita, invece, in alcuni casi viene suddivisa in priming. Un sistema che agisce all’interno di un sistema percettivo, come anche la facilità di potere completare delle parole, anche partendo da un frammento. E poi con la memoria procedurale, che è quella che, per esempio, ci permette di andare in bicicletta.
I test usati per valutare la memoria
Per fare in modo che una memoria a lungo termine sia utile, è importante avere la possibilità di recuperarla. Se per esempio, prendiamo in considerazione la memoria episodica, è un ambito che ha bisogno di una maggiore attenzione e per cui, negli anni, sono anche stati impiegati tanti testi, molto utili. Ma con delle differenze.

Raccontino di Bebcock: è un test di apprendimento a lungo termine, in cui si legge un breve testo ad un paziente, che poi lo deve ripetere immediatamente, e poi anche a distanza di qualche minuto. Ci sono diverse versioni, che si possono considerare. E’ perfetto per la sua rapidità nella somministrazione.
Memoria di prosa: è un test simile a quello che abbiamo visto prima. E’ stato tarato per delle persone che vanno dai 15 ai 96 anni. Permette di avere un conteggio tarato, e anche un risultato chiaro. E poi, ha anche un costo ridotto rispetto a tante cose che si trovano sul mercato.
Ci sono poi altri test
Memoria narrativa: è un raccontino come quello visto prima, ma con qualche complessità in più. Ci sono delle informazioni, che vengono lette al paziente, e che hanno delle difficoltà diverse. Infatti, ci sono delle rievocazioni libere e anche guidate, ma non ci sta il recupero differito. Ha una fascia di età, molto ampia.

Test delle 15 parole: questo test serve per potere valutare, l’apprendimento verbale e delle parole. Va bene, per una fascia di età che va dai 20 agli 89 anni. Ed ha una durata, che va verso i quindici minuti. E’ anche composta da tre forme parallele, che sono adatte per varie persone.
Memoria di liste: questo invece è un test che va bene per le persone che partono, dai 7 anni fino ai 17 anni. Ha varie tipologie, che servono per potere misurare, le varie interfacce, e anche le varie suscettibilità. Insomma, potere misurare gli effetti, da persona a persona. E poi, partire sempre da li.